venerdì 6 agosto 2010

Ambulanza Alfa Romeo F12

Ambulanza Alfa Romeo F12

Ambulanza Alfa Romeo F12

L'Alfa Romeo F12 fu introdotto nel 1967 per sostituire la precedente versione del furgone milanese; era stato leggermente ammodernato nello stile e, soprattutto, montava il nuovo motore 1.3 della Giulia. Per quanto riguarda le ambulanze, esso proseguì il successo del Romeo 2 ed alcuni esemplari continuarono a rimanere in servizio addirittura fino agli anni Ottanta. L'immagine presenta un allestimento Boneschi life-car, dotato di avanzati strumenti di pronto soccorso. Molto completa era la dotazione di attrezzi per la districazione applicati al portellone laterale del vano sanitario.

Ambulanza Fiat 238

Ambulanza Fiat 238

Ambulanza Fiat 238

Il Fiat 238 fu la naturale evoluzione del 1100 T, anche in fatto di ambulanze. Arrivò nel 1967, basato sulla meccanica a trazione anteriore dell'Autobianchi Primula e la Casa madre si preoccupò di offrirne una sua versione sanitaria ufficiale, realizzata nuovamente dalla Carrozzeria Savio. In un primo tempo, la configurazione interna non variò rispetto a quella delle ambulanze precedenti, restando molto semplice, priva di attrezzature e con solo una o due barelle, un armadietto, due strapuntini ed eventualmente un piccolo lavandino. Curiosamente, all'esterno fu mantenuto il vecchio "occhio di Polifemo", ormai non più obbligatorio da quasi un decennio.

Ambulanza carrozzata Garavini

Ambulanza carrozzata Garavini

Ambulanza carrozzata Garavini

La carrozzeria Garavini fu fra le più prolifiche nella realizzazione di ambulanze. Eusebio, il fondatore, si dedicò a questa attività già durante la Grande Guerra e non l'abbandonò neppure quando, durante gli anni Trenta, le sue fuoriserie sportive erano all'apice del successo. In questa pagina è ritratta una versione su base Fiat 508 L, costruita nel 1938. Decisamente razionale e ben rifinito il vano interno con armadietto, lavandino, due strapuntini ripiegabili e due barelle

Ambulanza Lancia Aurelia B 51

Una elegante e costosa Lancia Aurelia B 51 realizzata dalla carrozzeria Monterosa per la Misericordia di Prato. La disposizione interna risponde alle richieste specifiche delle Misericordie fiorentine con la barella centrale ed i sedili ai lati per i quattro addetti previsti per la squadra di intervento.

Ambulanze della Croce Bianca di Brescia nel 1919

Ambulanze della Croce Bianca di Brescia nel 1919

Ambulanze della Croce Bianca di Brescia nel 1919

Tre ambulanze ritratte durante una dimostrazione della Croce Bianca di Brescia nel 1919. Il veicolo a sinistra è un autocarro leggero Fiat Tipo 1 F, così come probabilmente quello centrale, che presenta le medesime ruote posteriori gemellate. Quella a destra è invece una Züst 25/35 Hp.


Ambulanza FIAT

Se le Fiat sono state la più diffusa base di partenza per la costruzione di ambulanze, ciò non significa che siano state le uniche. Anche le milanesi Bianchi godevano infatti di un discreto successo come vetture di media cilindrata e se ne trovavano diverse adibite ad uso sanitario. Ne sono un esempio le due ambulanze della prima metà degli anni Trenta di queste pagine. In questa si vede una Bianchi S5 della Croce Rossa, allestita da Schieppati con due barelle centrali sovrapposte; si possono notare anche i due sedili per i soccorritori posizionati in senso contrario a quello di marcia, con le spalle alla parete divisoria, il lavandino sul passaruota destro ed un armadietto per una minima dotazione di medicamenti di primo soccorso su quello sinistro.

Ambulanza -

Ambulanza


Un'ambulanza di soccorso (2010), su base Fiat Ducato

L'ambulanza, nel significato moderno del termine, è un veicolo a motore permanentemente adibito al primo soccorso e trasporto di feriti o malati. Nei secoli precedenti, il termine era utilizzato per i carri militari destinati al trasporto dei feriti, ma anche per indicare gli ospedali da campo o di fortuna, allestiti durante la battaglia. Con l'avvento delle automobili, nei primi decenni del XX secolo, fu coniato il termine autoambulanza che distingueva la tipologia dei mezzi e ormai divenuto desueto, vista la scomparsa delle ambulanze a trazione animale.


Storia

Carro trasporto feriti (1900)
Una Bianchi S9 della Croce Rossa Militare
Idroambulanza a Venezia

Risalgono al IX secolo, sotto il regno dell'imperatore Leone VI di Bisanzio, le prime notizie storiche circa una speciale organizzazione militare, dedicata al trasporto e alla cura dei feriti, nell'esercito dell'impero romano d'oriente.

Nel 1124, durante la tentata invasione della Francia, da parte delle truppe germaniche al comando dell'imperatore Enrico V, venne formata una grande coalizione francese che mise a disposizione di Luigi VI di Francia un esercito imponente. È in questa formazione militare che si ha notizia di un reparto pensato per il soccorso ai feriti che comprendeva carri per il trasporto dal campo di battaglia ed una serie di carriaggi attrezzati. Questi ultimi erano dotati di materiale per le medicazioni, acqua, vino e altri generi di conforto e venivano posizionati in cerchio, allo scopo di delimitare e proteggere un'area entro la quale si potessero apportare le cure del caso, in relativa tranquillità. Da quel sistema nacque il duplice significato di "ambulanza" per definire sia il carro da trasporto feriti, sia l'ospedale da campo, rimasto in uso fino all'inizio del XX secolo.

La storia dell'ambulanza risale al XIII secolo, quando si diffusero le prime lettighe, trasportate a mano. Fu però il barone Dominique Jean Larrey, chirurgo francese al seguito dell'armata napoleonica, ad introdurre il moderno concetto di ambulanza come mezzo adibito al trasporto dei feriti sui campi di battaglia.

L'evoluzione di questo tipo di veicoli procedette di pari passo con il perfezionamento del soccorso sanitario sui campi di battaglia della guerra di Crimea (1854-1856), durante la quale ogni paese cominciò a sviluppare tecniche di soccorso differenti. Il sistema che riscosse più successo fu quello che Florence Nightingale mise a punto per l'esercito inglese e che riconosceva che "un trasporto soddisfacente di ammalati e feriti è il primo requisito per salvare loro la vita". Tale fu la portata di questa innovazione che persino gli eserciti russo e il neonato statunitense lo presero a modello.

Lo sviluppo dei metodi di soccorso e dei veicoli adibiti all'uopo continuarono fino ad una nuova "rivoluzione": durante gli anni della guerra del Vietnam, l'esercito statunitense contribuì ad un ulteriore sviluppo dei mezzi di soccorso, utilizzando in particolare l'elicottero di soccorso per evacuare i feriti da zone impervie e difficilmente raggiungibili in altra modalità.

Con lo sviluppo dei mezzi di soccorso, quindi, si è evoluta la nozione di veicolo adibito al trasporto feriti, fino a comprendere elicotteri, autobus e navi, come per esempio a Venezia, dove le ambulanze, di norma, sono imbarcazioni dette idroambulanze.

Le ambulanze in Italia [modifica]

Un'ambulanza italiana del 2004
Ambulanza svizzera con livrea ad alta visibilità

Caratteristiche

In Italia la costruzione delle ambulanze è regolamentata dal Decreto Ministeriale 553 del 1987[1], che ne individua due tipologie:

  • tipo A, autoambulanza di soccorso attrezzata per il trasporto di infermi o infortunati e per il servizio di pronto soccorso, dotate di specifiche attrezzature di assistenza;
  • tipo B, autoambulanza di trasporto attrezzata essenzialmente per il trasporto di infermi o infortunati, con eventuale dotazione di semplici attrezzature di assistenza.

La normativa europea prevede invece una diversa classifcazione:

  • tipo A, autoambulanza per il trasporto di pazienti attrezzata per il trasporto di pazienti non gravi, divisa in
    • tipo A1 o A2, a seconda che possa trasportare solo una o più persone;
  • tipo B, autoambulanza per il pronto soccorso, per il servizio di emergenza e per il trasporto, il trattamento di base ed il monitoraggio dei pazienti gravi;
  • tipo C, unità mobile di terapia intensiva, per il trasporto, il trattamento avanzato ed il monitoraggio dei pazienti gravi.

Le ambulanze di soccorso vengono usualmente categorizzate, in base all'equipaggio e ad alcune strumentazioni particolari presenti a bordo, in:

  • MSB, Mezzi di Soccorso di Base con a bordo solo soccorritori;
  • MSAB o MSI, Mezzi di Soccorso Avanzato di Base o Intermedio, con a bordo anche un infermiere;
  • MSA, Mezzi di Soccorso Avanzato, con a bordo soccorritori, un medico e generalmente anche un infermiere; sono spesso attrezzate con presidi sanitari di competenza medica, come ad esempio un defibrillatore manuale o il necessario per l'intubazione.

Ogni ambulanza è divisa tra il compartimento guida, occupato dall'autista e da un eventuale passeggero, e il vano sanitario posteriore, che viene occupato dai soccorritori e dai pazienti trasportati. Il vano sanitario deve essere separato dalla cabina di guida mediante un divisorio, in cui possono essere inseriti vetri di sicurezza e una porta o uno sportello a chiusura scorrevole a perfetta tenuta.

Le dimensioni minime del vano sanitario delle ambulanze di tipo A sono, con l'esclusione delle attrezzature e degli arredi:

  • lunghezza 2,40 m e larghezza 1,60 m, misurate ad un metro di altezza dal piano di calpestio.
  • altezza 1,75 m, misurata in una fascia centrale ampia 90 cm, lunga 2 m e di superficie pari a 2,4 m2).

Nelle autoambulanze di tipo B il compartimento sanitario deve essere capace di contenere, tenuto conto delle esigenze del trasporto, almeno una barella a norma UNI di dimensioni non inferiori a 1,85 per 0,56 m.

La normativa sulle caratteristiche delle ambulanze comprende anche un successivo decreto del 1997[2] che aggiorna e integra il precedente, definendo le ambulanze di soccorso per emergenze speciali come veicoli adibiti al trasporto, al trattamento di base e al monitoraggio dei pazienti.

Tra queste ricadono le autoambulanze di soccorso di proprietà o in uso al servizio 118 - Emergenza Sanitaria delle ASL, ad ospedali, cliniche, Croce Rossa Italiana o ad associazioni di pubblica assistenza o volontaristiche riconosciute, come ad esempio ANPAS, Misericordie o Croce Bianca Milano.

Il colore delle ambulanze deve essere fondamentalmente bianco, anche se ultimamente vengono autorizzati inserti gialli per aumentarne la visibilità; i mezzi devono avere lungo tutto il perimetro una fascia retroriflettente di colore arancione e il simbolo internazionale del soccorso Stella della vita sui tre lati e possibilimente anche sul cofano, dove deve essere inoltre presente la scritta speculare AMBULANZA. Le ambulanze della Croce Rossa Italiana, con targa ministeriale, hanno invece la banda laterale riflettente rossa e la croce rossa sui tre lati, al posto della stella della vita.

Nel 2002 si era diffusa una voce secondo cui l'Unione europea, in particolare il CEN (Comitato europeo di normazione) avrebbe promosso l'uso di particolari colori sui veicoli di soccorso. In realtà la notizia è falsa ed è stata smentita ufficialmente dalla Direzione generale Comunicazione della Commissione Europea, con una precisazione sul sito ufficiale[3]. La normativa CEN attualmente in vigore prevede infatti ambulanze di colore giallo o bianco con l'aggiunta, in questo ultimo caso, di inserti di colori altamente visibili.

Le ambulanze devono essere dotate infine di un dispositivo supplementare di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu e di quello di allarme previsti dall'articolo 177 del codice della strada: si tratta dei lampeggianti blu omologati presenti su tutti i mezzi di emergenza e di una sirena bitonale, con "melodia" uguale a quella dei vigili del fuoco ma diversa rispetto a quella delle forze dell'ordine.

Presidi e dotazioni sanitarie

Vano sanitario di un mezzo di soccorso

Le principali dotazioni di bordo delle ambulanze italiane di soccorso sono:

Nel comparto guida, inoltre, sono presenti i sistemi di radiocomunicazione, i comandi per l'attivazione dei lampeggianti, della sirena e dei fari di illuminazione esterna, un estintore, attrezzi da lavoro, torce e fiaccole antivento e i fumogeni di segnalazione in caso di intervento con l'elisoccorso.

Ambulanze militari

Ambulanza militare francese con il simbolo protettivo della Croce Rossa

Le Convenzioni di Ginevra stabiliscono l'inattaccabilità dei mezzi di trasporto sanitario (autoambulanze, treni ospedali, aeromobili sanitari) e delle strutture di soccorso.

Per usufruire di tale protezione, le ambulanze sia civili che militari, così come tutti gli altri mezzi di soccorso, devono esporre uno degli emblemi protettivi previsti dalle convenzioni stesse (Croce rossa - Mezzaluna Rossa e dal 2005 il Cristallo Rosso in campo bianco); in tal caso l'emblema della Croce Rossa svolge una funzione protettiva. L'uso di tale emblema è previsto per le unità sanitarie delle Forze Armate e della Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ma potrà essere esteso ad altre associazioni appositamente autorizzate e posto sotto il controllo dei governi firmatari. In caso di conflitto armato anche gli stessi veicoli della Croce Rossa esporranno l'emblema nella sua forma pura e più grande, sostituendo o affiancando l'emblema di dimensioni più piccole utilizzato in tempo di pace, con funzione distintiva ad indicare la specificità delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

Solitamente, le ambulanze militari degli stati aderenti alle Convenzioni di Ginevra adottano il simbolo protettivo permanentemente. Nessun mezzo di trasporto sanitario ancorché allestito su scafo corazzato o destinato precedentemente al combattimento può essere dotato di equipaggiamenti offensivi tipici dei veicoli da combattimento e nell'impiego dovrà comunque astenersi da qualunque atto di violenza bellica: non è concessa loro nessuna capacità offensi


Ambulanza - Wikipedia

Facebook | Video pubblicati da Marco Squicciarini: disostruzione nel lattante [HQ]

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Facebook | codice penale del soccorritore

codice penale del soccorritore



Codice Penale art. 54 – Stato di necessità

Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, ne altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Questa disposizione non si applica a chi ha un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo. La disposizione della prima parte di questo articolo si applica anche se lo stato di necessità è determinato da altrui minaccia; ma in tal caso, del fatto commesso dalla persona minacciata risponde chi la ha costretta a commetterlo.


Codice Penale art. 323 – Abuso d’ufficio

Il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, che, al fine di procurare a se o ad altri un vantaggio non patrimoniale o per arrecare ad altri un danno ingiusto, abusa del suo ufficio, è punito se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione fino a due anni.
Se il fatto è commesso per procurare a se o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale, la pena è della reclusione da due a cinque anni.


Codice Penale art. 331 – Interruzione d’un servizio pubblico o di pubblica necessità

Chi, esercitando imprese di servizi pubblici o di pubblica necessità, interrompe il servizio, ovvero sospende il lavoro nei suoi stabilimenti, uffici o aziende, in modo da turbare la regolarità del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a un anno e con la multa non inferiore a lire un milione.


Codice Penale art. 340 – Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità

Chiunque, fuori dai casi previsti da particolari disposizioni di Legge, cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino ad un anno.


Codice Penale art. 348 – Abusivo esercizio di una professione

Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire duecentomila a un milione.


Codice Penale art. 593 – Omissione di soccorso

Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un’altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa omette di darne immediato avviso all’Autorità è punito con la reclusione fino a tre mesi o con la multa fino a lire seicentomila. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso all’Autorità. Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte la pena è raddoppiata.


Codice Penale art. 658 – Procurato allarme presso l’Autorità

Chiunque, annunciando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da lire ventimila a un milione.

Incrociare un altro mezzo in emergenza (x gli autisti delle ambulanze)

| Incrociare un altro mezzo in emergenza (per autisti delle ambulanze)

Tra un mezzo di soccorso in emergenza che affronta un'intersezione con il
semaforo rosso e un altro sempre in emergenza che l'affronta poraneamente, incrociando perpendicolarmente il primo, disponendo del verde, transiterà prima quest'ultimo, cioè quello con il verde che, non considerando lo stato di emergenza, sarebbe normalmente transitato per primo. Stesso dicasi in caso di DIRITTO DI PRECEDENZA: nell'ipotesi che due
mezzi che stiano entrambi azionando i sistemi di allarme si apprestino
contemporaneamente ad impegnare un incrocio dove vige un diritto di
precedenza, transiterà per primo colui che proviene dalla strada che detiene
tale diritto e solo successivamente transiterà l'altro.
UTILIZZO DELLA SIRENA
È obbligatorio usare UNA SOLA SIRENA (e non due contemporaneamente), e che tale dispositivo abbia ottenuto la REGOLARE OMOLOGAZIONE. La sirena (come già detto), se omologata, riporterà impressa in UN
CERCHIETTO UNA E MAIUSCOLA ed un numero indicante il Paese,
facente parte dell' Unione, dove l'apparato è stato omologato con i
criteri Comunitari, quindi valida in tutto il territorio Comunitario.
Usandone più di una contemporaneamente, come alcuni sono abituati
a fare, si preclude l'unica possibilità di percepire la presenza di un altro
mezzo di soccorso in emergenza che incroci, possibilità offerta dalla
mescolanza dei toni che l'uso corretto di una sola sirena può offrire.
Tra l'altro, l'uso indiscriminato di due bitonali contemporaneamente non
consente ai normali utenti della strada di percepire il susseguirsi di
note che caratterizzano un impianto di allarme, rendendolo spesso
molto simile ad una sommatoria casuale di clacson, senza dubbio degna
di minore attenzione. Come potete vedere, incrociando o meno un
altro mezzo di soccorso, L'USO DI DUE SIRENE CONTEMPORANEAMENTE
(in special modo due bitonali) COMPORTA UN VERO E PROPRIO
PERICOLO, e denota, da parte di chi le usa, poca professionalità e soprattutto scarsa competenza in materia.

IL SUPPORTO DI BASE DELLE FUNZIONI VITALI (BLS)



II Supporto di base delle funzioni vitali (Basic Life Support, BLS) consiste nelle procedure di rianimazione cardiopolmonare (RCP) necessarie per soccorrere un paziente che:
ha perso coscienza,
ha una ostruzione delle vie aeree o si trova in stato di apnea per altri motivi,
è in arresto cardiaco.
L'obiettivo principale del BLS è la prevenzione dei danni anossici cerebrali; le procedure sono finalizzate a:
prevenire l'evoluzione verso l'arresto cardiaco in caso di ostruzione respiratoria o apnea,
provvedere alla respirazione e alla circolazione artificiali in caso di arresto di circolo.
Le procedure di BLS sono standardizzate e riconosciute valide da organismi internazionali autorevoli (American Heart Association, European Resuscitation Council, World Federation of Societies of Anaesthesiologists, ecc.) che periodicamente provvedono ad una revisione critica e ad un aggiornamento in base all'evoluzione delle conoscenze.
Questo manuale fa riferimento alle linee guida internazionali aggiornate al 1992 sulle quali l'ltalian Resuscitation Council ha espresso un consenso (Methodology Consensus Meeting. BLS e Formazione, Monte Conero, Ancona, 24-25 giugno 1994).
L'acquisizione delle "abilità" del BLS prevede la frequenza di un corso di tipo pratico-comportamentale; pertanto il presente manuale costituisce uno degli strumenti didattici del corso stesso e non può sostituirlo.

SEGNI DI ALLARME DELL'ATTACCO CARDIACO
Quando una parte del muscolo cardiaco non riceve un adeguato flusso di sangue per un periodo prolungato (circa 20-30 minuti) si manifesta una condizione clinica comunemente chiamata "attacco cardiaco", che può in alcuni casi portare all'infarto miocardico, cioè alla morte di un certo numero di cellule cardiache.
Nel corso di un attacco cardiaco è possibile che si verifichi la cessazione improvvisa dell'attività di pompa del cuore (arresto cardiaco) dovuta in molti casi a fibrillazione ventricolare; in tal caso i presenti, se sono in grado di farlo, devono tempestivamente mettere in atto le procedure del BLS e attivare il sistema di emergenza.
Tuttavia, è opportuno conoscere i segni premonitori che possono farci sospettare che un arresto cardiaco sia imminente o possibile, così da poter mettere in atto un soccorso precoce; è opportuno cioè conoscere i segni di allarme dell'attacco cardiaco:
dolore o senso di oppressione al centro del torace o localizzato alle spalle, al collo, alla mandibola o alla parte superiore dell'addome in corrispondenza dello stomaco
sudorazione, nausea, sensazione di "mancanza di respiro" e di debolezza
il dolore non viene necessariamente descritto come "acuto"; a volte può essere di entità modesta ed essere presente solo difficoltà respiratoria
i sintomi possono comparire in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento, sia che il paziente stia facendo uno sforzo, sia che si trovi a riposo.

LA MORTE IMPROVVISA
Si definisce morte improvvisa la cessazione brusca ed inaspettata dell'attività circolatoria e respiratoria. Può verificarsi senza segni premonitori ed essere la prima manifestazione della malattia coronarica. Può anche colpire pazienti con malattia cardiaca nota, specialmente nel corso delle prime due ore dall'inizio di un attacco cardiaco. Rappresenta il 10% delle morti dovute a malattia cardiovascolare.

IL DANNO ANOSSICO CEREBRALE
La mancanza di apporto di ossigeno alle cellule cerebrali (anossia cerebrale) produce lesioni che diventano irreversibili dopo circa 4-6 minuti di assenza di circolo. L'attuazione di procedure atte a mantenere una ossigenazione d'emergenza può interrompere la progressione verso una condizione di irreversibilità dei danni tissutali. Qualora il circolo venga ripristinato ma il soccorso sia stato ritardato o inadeguato, I'anossia cerebrale prolungata si manifesterà con esiti di entità variabile: stato di coma persistente, deficit motori o sensoriali, alterazioni delle capacità cognitive o della sfera affettiva, ecc. Le possibilità di prevenire il danno anossico dipendono dalla rapidità e dalla efficacia delle procedure di soccorso, ed in particolare dalla corretta applicazione della "Catena della sopravvivenza".
La "Catena della sopravvivenza"
La sopravvivenza integra dopo un arresto cardiaco avvenuto in sede preospedaliera dipende dalla corretta realizzazione di una serie di interventi; la metafora della "catena" sta a significare che se una delle fasi del soccorso è mancante, le possibilità di sopravvivenza sono ridottissime.
i quattro anelli della catena sono costituiti da:
accesso precoce al sistema di emergenza
inizio precoce delle procedure di BLS (con particolare riferimento al BLS messo in atto dalle persone presenti)
defibrillazione precoce, cioè arrivo precoce sul posto di un'equipe in grado di praticare la defibrillazione
inizio precoce del trattamento intensivo.

LA SEQUENZA DEL BLS
La sequenza delle procedure di BLS consiste in una serie di azioni alternate con fasi di valutazione. Le azioni sono schematizzate mnemonicamente con l'ABC:
A. Apertura delle vie aeree (Airway)
B. Bocca-a-bocca (Breathing)
C. Compressioni toraciche (Circulation).
Ogni passo è preceduto da una fase di valutazione:
Valutazione dello stato di coscienza ==> A
Valutazione della presenza di attività respiratoria ==> B
Valutazione della presenza di attività circolatoria ==> C
Ogni valutazione ed ogni azione va eseguita nella corretta sequenza e nella corretta modalità.

VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA
II primo passo nel soccorso di una persona apparentemente senza vita consiste nel valutare lo stato di coscienza:
chiamala a voce alta;
scuotila delicatamente.
La condizione di non coscienza autorizza l'attivazione della sequenza del BLS:
chiama aiuto e fai attivare il sistema di emergenza o l'equipe di rianimazione avanzata
posiziona la vittima su un piano rigido o a terra, allineando il capo, il tronco e gli arti.
Nel caso di trauma, la vittima può essere spostata se è assicurato il mantenimento in asse di collo e tronco.

A. APERTURA DELLE VIE AEREE
La perdita di coscienza determina un rilasciamento muscolare; la mandibola cade all'indietro e la lingua va ad ostruire le prime vie aeree.
Per ottenere la pervietà delle vie aeree:
solleva con due dita il mento;
spingi la testa all'indietro appoggiando l'altra mano sulla fronte.
Questa manovra impedisce la caduta indietro della lingua e permette il passaggio dell'aria. Tecnica alternativa: posizionandoti dietro la testa del paziente, solleva la mandibola agganciandone gli angoli con le due mani. In caso di sospetta lesione traumatica cervicale, solleva la mandibola senza estendere la testa. Controlla quindi se nella bocca della vittima sono presenti oggetti o residui di alimenti e se possibile cerca di asportarli.
Mezzo aggiuntivo: cannula faringea.
La cannula faringea facilita il mantenimento della pervietà delle vie aeree; posta tra la lingua e la parete posteriore del faringe garantisce il passaggio dell'aria attraverso le vie aeree superiori, sia in caso di respiro spontaneo che durante ventilazione con maschera {vedi oltre).
Attenzione: se sono presenti i riflessi faringei, è possibile che lo stimolo meccanico della cannula provochi il vomito; in questo caso l'ostruzione delle vie aeree può venire aggravata. E' opportuno quindi non impiegare la cannula se il soggetto reagisce al tentativo di inserimento.
Le dimensioni della cannula possono essere stimate prendendo la distanza tra il lobo dell'orecchio e l'angolo della bocca.

VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI ATTIVITA' RESPIRATORIA
Una volta provveduto alla pervietà delle vie aeree occorre valutare se l'attività respiratoria è presente:
mantieni il mento sollevato ed il capo esteso;
avvicina la guancia alla bocca e al naso della vittima;
ascolta e senti l'eventuale passaggio di aria;
osserva se il torace si alza e si abbassa.
Valuta per 10 secondi.
Attenzione: la presenza di "respiro agonico" ("gasping") equivale ad assenza dell'attività respiratoria: consiste in contrazioni dei muscoli respiratori accessori senza che venga prodotta una espansione del torace; è un respiro inefficace.

POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA
Qualora l'attività respiratoria sia presente e la vittima rimanga non cosciente, è possibile utilizzare la posizione laterale di sicurezza, che permette di:
mantenere l'estensione del capo (quindi la pervietà delle vie aeree);
prevenire la penetrazione nelle vie aeree di materiale presente nella bocca (es. vomito), che può defluire all'esterno;
mantenere la stabilità (il corpo non rotola).
Puoi utilizzare questa posizione in attesa di altri soccorsi o nel caso tu debba allontanarti.
Non è indicata in caso di eventi traumatici.
B. RESPIRAZIONE BOCCA - BOCCA O BOCCA - NASO
Qualora l'attività respiratoria sia assente, è necessario iniziare la respirazione artificiale.
Tecnica della respirazione bocca-bocca:
posizionandoti a fianco della vittima, mantieni il capo esteso tenendo una mano sulla fronte e solleva il mento con due dita dell'altra mano;
appoggia la tua bocca bene aperta sulla bocca della vittima;
soffia due volte lentamente nelle vie aeree della vittima in modo da gonfiare i suoi polmoni;
mentre insuffli osserva che il torace si alzi;
tra un'insufflazione e l'altra osserva che la gabbia toracica si abbassi.
II pollice e l'indice della mano sulla fronte stringono il naso nel momento dell'insufflazione.
Se per qualche motivo la ventilazione attraverso la bocca è impedita, è possibile insufflare attraverso il naso mantenendo sempre esteso il capo con una mano e sollevando il mento per chiudere la bocca con l'altra. Insufflazioni troppo brusche o con insufficiente estensione della testa provocheranno introduzione di aria nello stomaco, distensione gastrica e vomito.

VENTILAZIONE CON MEZZI AGGIUNTIVI
E' opportuno che il personale sanitario utilizzi mezzi aggiuntivi di ventilazione, evitando, quando possibile, il contatto diretto con il paziente.
Ventilazione bocca-maschera.
Si pratica per mezzo di una maschera tascabile (pocket mask) o di maschere per rianimazione tradizionali.
Tecnica:
posizionati dietro la testa della vittima;
appoggia la maschera sul viso della vittima;
solleva la mandibola ed estendi la testa con entrambe le mani;
mantieni aderente la maschera con pollice ed indice di entrambe le mani;
insuffla nel boccaglio della maschera.
La ventilazione bocca-maschera è molto efficace, di facile esecuzione e permette di erogare un volume elevato ad ogni atto. Raccordando la maschera ad una sorgente di ossigeno è inoltre possibile ventilare con aria arricchita di ossigeno.
Ventilazione pallone-maschera.
Si effettua utilizzando il sistema pallone autoespansibile-maschera e, non appena possibile, ossigeno. Una valvola unidirezionale permette all'aria espirata di non rientrare nel pallone e quindi di non essere reinspirata. Possono essere ottenuti arricchimenti di ossigeno di varia entità, a seconda che venga utilizzato o meno un reservoir e a seconda del flusso di ossigeno impiegato (valori indicativi in tabella).
Sistema pallone autoespansibile/maschera Flusso di O2 Concentrazione inspirata 10-12 lt/min senza reservoir 40-50% 10-12 It/min con reservoir 80-90%
Tecnica:
posizionati dietro la testa del paziente;
appoggia la maschera, solleva la mandibola ed estendi la testa con la mano sinistra;
comprimi il pallone con la mano destra.
Insufflazioni brusche o eseguite senza una adeguata pervietà delle vie aeree possono provocare distensione gastrica. Nel caso che la ventilazione non sia efficace, è necessario passare subito ad un altro tipo di ventilazione (bocca-maschera o bocca-a-bocca).
La difficoltà di mantenere una buona aderenza della maschera e di garantire un sufficiente volume corrente rendono necessario un addestramento specifico per raggiungere una manualità adeguata.

VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI ATTIVITA' CIRCOLATORIA
Dopo aver effettuato 2 insufflazioni è necessario valutare se è presente l'attività circolatoria. Per far questo si ricerca la presenza di pulsazioni alla carotide (polso carotideo):
mantieni estesa la testa della vittima con una mano
con l'indice ed il medio dell'altra mano individua il pomo di Adamo;
fai scivolare le dita dal pomo di Adamo verso di te fino ad incontrare un incavo nella parte laterale del collo;
senti per 10 secondi con i polpastrelli se ci sono pulsazioni in questa area; la pulsazione va cercata con delicatezza per evitare di schiacciare l'arteria.
La ricerca del polso si esegue dal lato dove si trova il soccorritore; si deve evitare che le dita siano poste di traverso sulle vie aeree per non comprimerle.
Esercitati ad effettuare questa manovra su di te e sugli altri.
C. COMPRESSIONI TORACICHE (massaggio cardiaco esterno)
Se il polso carotideo è assente ciò significa che è assente una attività cardiaca efficace.
E' necessario provvedere alla circolazione artificiale per mezzo delle compressioni toraciche o massaggio cardiaco esterno.
II cuore si trova all'interno della gabbia toracica subito dietro lo sterno; comprimendo lo sterno il cuore viene schiacciato contro la colonna vertebrale e questo, assieme ad un aumento della pressione all'interno del torace, permette al sangue contenuto nelle camere cardiache e nei grossi vasi di essere spinto in circolo; rilasciando il torace il cuore si riempie di nuovo.
Tecnica:
Ricerca del punto di compressione e posizione delle mani:
fai scorrere l'indice ed il medio lungo il margine inferiore della cassa toracica ed individua il punto di incontro dell'ultima costa con lo sterno;
appoggia le due dita al di sopra di questo punto sulla parte ossea dello sterno;
appoggia il "calcagno" dell'altra mano accanto alle due dita; questo è il punto corretto dove effettuare le compressioni;
appoggia il "calcagno" della prima mano sopra l'altra ed intreccia le dita per assicurarti che rimangano sollevate e non comprimano le coste.
Esecuzione del massaggio cardiaco:
posizionati in modo che le tue braccia e le spalle siano sulla verticale dell'area della compressione;
comprimi ritmicamente il torace ad una frequenza di 80-100/min; il torace si deve abbassare di 4-5 cm;
la compressione ed il rilasciamento devono avere la stessa durata;
mantieni le braccia tese, sfruttando il peso del tronco;
alterna 15 compressioni a 2 insufflazioni se sei solo;
se i soccorritori sono due si alternano 5 compressioni toraciche ad I insufflazione.
dopo 3-4 cicli, e successivamente ogni pochi minuti, ricontrolla il polso carotideo; se è assente, continua;
non interrompere mai il BLS per più di 5 secondi.
Qualora ricompaia il polso, ripercorri la sequenza al contrario:
esegui una insufflazione ogni 5 secondi circa, verificando ogni 30 s circa che il polso sia sempre presente;
se ricompare l'attività respiratoria, continua a mantenere pervie le vie aeree sollevando il mento ed estendendo il capo o, se è indicato:
utilizza la posizione laterale di sicurezza.


Riepilogo
SEQUENZA BLS - UN SOCCORRITORE
1. Valuta lo stato di coscienza;
se la vittima non risponde:
2. Chiama aiuto, posiziona, allinea
3. A. Pervietà delle vie aeree: sollevamento del mento, iperestensione del capo, esplorazione del cavo orale
4. Valuta per 5 s la presenza di attività respiratoria;
se assente:
5. B. 2 insufflazioni
6. Valuta per 5 s. la presenza del polso carotideo;
se assente:
7. C. Compressioni toraciche 80 - 100/min. Alterna 2 insufflazioni a 15 compressioni
8. Dopo il primo minuto e poi ogni pochi minuti valuta se è ricomparso il polso.
9. Se ricompaiono polso e respiro, ripercorri la sequenza al contrario.

BLS PRATICATO DA DUE SOCCORRITORI
La sequenza del BLS viene attuata da due soccorritori in modo più efficace e meno faticoso per gli operatori.
Separazioni dei ruoli:
il 1° soccorritore effettua le fasi del BLS come descritte sopra fino alla valutazione della presenza del circolo, posizionandosi dietro la testa del paziente nel caso vengano impiegati mezzi aggiuntivi per la ventilazione (pocket mask, pallone-maschera);
il 2° soccorritore aiuta il 1° nel posizionamento della vittima e si prepara ad effettuare le compressioni toraciche prendendo posto a fianco del torace del paziente;
il 1° soccorritore, accertata l'assenza del polso carotideo, comunica al 2°: "è un arresto cardiaco: inizia il massaggio"
il 2° soccorritore inizia le compressioni toraciche contando ad alta voce per sincronizzarsi con le insufflazioni;
si alternano 5 compressioni ed I'insufflazione;
il 1° soccorritore dopo il primo minuto (e successivamente ogni pochi minuti) invita il 2° ad interrompere le compressioni e rivaluta per 5 s la presenza del polso.
Scambio fra i due soccorritori.
Quando uno dei due è stanco (più facilmente il 2°) chiede uno scambio dei ruoli:
"alla fine di questo ciclo, cambio";
finisce le 5 compressioni, si sposta alla testa del paziente, valuta per 5s Ia presenza del polso, insuffla;
I'altro soccorritore, dopo che il compagno ha effettuato la 5° compressione, si sposta a fianco del torace, ricerca il punto di compressione e dopo l'insufflazione inizia le compressioni toraciche

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BLS nei neonati

Il metodo per la BLS nei bambini da 12 mesi a 8 anni è analogo a quello utilizzato per gli adulti. Ci sono tuttavia delle differenze, che tengono conto della minore capacità polmonare dei bambini e del loro ritmo di respirazione più veloce. Inoltre, è necessario ricordare che le compressioni devono essere meno profonde di quanto non è necessario negli adulti.
Si comincia sempre con 5 insufflazioni, prima di procedere al massaggio cardiaco. Viene raccomandato un rapporto di 15:2 tra compressioni e insufflazioni, 30:2 in caso si è da soli con difficoltà di cambio posizione compressione-ventilazione. A seconda della corpulenza del bambino, si potranno effettuare compressioni con entrambi gli arti, un arto solo, o anche soltanto due dita (neonati).
In ultimo va ricordato che, dal momento che nei bambini la normale frequenza cardiaca è più elevata che negli adulti, in presenza di un bambino che presenti attività circolatoria con frequenza cardiaca inferiore a 60 puls./min bisognerà comportarsi come in caso di arresto cardiaco.
Esercitarsi nel BLS

Ogni manovra a scopo didattico deve essere effettuata esclusivamente sul manichino, dal momento che le manovre di BLS sono estremamente invasive e non possono essere praticate se non in caso di assoluta necessità. Non è raro che una manovra di BLS provochi la frattura di una o più coste. Per questo motivo si utilizza un attrezzo didattico che riproduce il corpo umano ed è in alcuni casi attrezzato con una serie di sensori per aiutare a valutare ed eventualmente correggere le manovre svolte dal soccorritore.
Nello specifico segnaliamo che il manichino più diffuso per tali situazioni è il Resusci-Anne, che rappresenta il corpo di una donna di media corporatura (la scelta del sesso è dovuta al fatto che la presenza dei seni complica leggermente la manovra di compressione); generalmente comunque tutti i manichini hanno un grosso stantuffo interno che simula la resistenza alla compressione media di un torace umano; un canale aereo che collega la bocca al torace, in modo che una corretta insufflazione faccia alzare il livello del petto; il collo e la mandibola snodabili per poter simulare l'iperestensione; una pompetta a tubo che permetta all'esaminatore di simulare la presenza di polso carotideo.
Esistono in rete simulatori interattivi per esercitarsi nel BLS: uno è BLS OnTheRoad 2.09, conforme alle linee guida IRC 2005.
.......
Mito e realtà
Il cinema e la televisione hanno spesso presentato la manovra di rianimazione cardiopolmonare o uno dei successivi anelli della catena del soccorso come qualcosa di miracoloso, magari in grado di rimettere in piedi un paziente colpito da infarto. La realtà è molto diversa, sia per la persona colpita da malore, sia per il soccorritore. Lo scopo della manovra è quello di garantire un minimo di ossigenazione agli organi vitali, prevenendo i danni da anossia cerebrale (mancanza di ossigenazione alle cellule del cervello). Nei rari casi in cui le funzioni vitali riprendono durante la manovra, spesso non si era in presenza di un reale arresto cardiocircolatorio.
L'addestramento del soccorritore è ugualmente importante, sia per prevenire sensi di colpa ingiustificati in caso di insuccesso della manovra, sia non trovarsi impreparati alle diverse eventualità che generalmente si verificano in tali circostanze e non sono riproducibili durante un'esercitazione, quali il vomito, emorragie, rottura di una o più costole della gabbia toracica, tensione nervosa, affollamento e presenza di curiosi.

da:www.118kr.it (pier p. patanisi)

La "catena della sopravvivenza" si compone di 5 anelli di cui il primo evidenzia l'importanza della formazione relativa alle tecniche di rianimazione cardiopolmonare ed all'uso del DAE. I 3 anelli successivi evidenziano le azioni necessarie per svolgere un soccorso efficace in attesa dell'arrivo del soccorso professionista che prenderà a carico la gestione del 5° anello.


Sequenze in caso di arresto cardio-respiratorio:
Le nuove linee guida SRC 2005 sono state ulteriormente semplificate allo scopo di facilitare il soccorritore anche se profano.

Per facilitare la memorizzazione dell’esecuzione delle sequenze di valutazione e trattamento della persona colpita da arresto cardio-respiratorio, si utilizzano le lettere dell’alfabeto:

A Airway:
apertura e controllo delle vie aeree. In questa fase è anche valutata la sicurezza del luogo, lo stato di coscienza della vittima ed è dato l’allarme al 118

B Breathing:
valutazione della respirazione e sostegno respiratorio


C Circulation:
sostegno circolatorio mediante il Massaggio Cardiaco Esterno (MCE)

D Defibrillation:
defibrillazione mediante l’utilizzo del Defibrillatore Automatico Esterno (DAE)

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Procedura del BLS

Premessa: Il BLS laico
La procedura di seguito descritta si basa sulle linee guide dell'European Resuscitation Council, ed è pensata per essere eseguita da chiunque. Per questo non richiede capacità mediche né l'utilizzo di particolari attrezzature. Per questo è definito BLS Laico. La procedura che prevede l'utilizzo di presidi (pallone Ambu, cannula faringea, defibrillatore semi-automatico) è pensata per il personale medico-infermieristico e per i soccorritori certificati ed abilitati.
Nel caso ci si trovasse nella situazione di dover applicare il BLS si consiglia fortemente, se si è a conoscenza di questa procedura, di intervenire. In caso di dubbi sia sulla valutazione del paziente che sulle manovre da eseguire l'unico riferimento è il 118, che ha sempre a disposizione dei medici per valutazioni telefoniche in casi di emergenza. In particolare fare sempre riferimento al 118 prima di intervenire in qualunque modo su pazienti soggetti a trauma: il rischio di aggravare le lesioni è altissimo.
Si consiglia inoltre a tutti di frequentare i corsi gratuiti alla cittadinanza organizzati dalle varie organizzazioni di soccorso presenti sul territorio: la spiegazione è sicuramente più approfondita di quella che può dare la semplice lettura di un testo ed in più c'è la presenza di simulazioni pratiche.
Va detto inoltre che le linee guida dell'ERC cambiano e si aggiornano col tempo: le ultime sono quelle del 2005, che apportano non poche modifiche alle precedenti (ricerca del punto di compressione, entità dell'insufflazione ecc.)

Valutazione della scena
Prima di effettuare qualsiasi azione su un soggetto, il soccorritore deve accertarsi che la zona in cui agisce sia priva di pericoli: ad esempio occorre accertare che il soggetto non sia a contatto con parti sotto tensione, che non vi siano odori di gas o liquidi, o cavi della luce. Nel caso in un cui la zona non sia sicura vanno avvertite le autorità competenti, come ad esempio i Vigili del fuoco. Se la zona è sicura, allora è possibile procedere con l'ABC della rianimazione cardiopolmonare.
La rianimazione viene praticata esclusivamente su un soggetto incosciente, che non risponde al richiamo verbale e agli stimoli tattili (per esempio, se scosso). Valutare se il soggetto è vittima di un malore oppure di un trauma; nel secondo caso non muovere il paziente e contattare immediatamente il 118.
Nel caso in cui, trovandosi di fronte alla vittima incosciente di un trauma, si debba obbligatoriamente intervenire (non c'è possibilità di chiamare soccorsi oppure si è preposti a questa funzione: es. assistente bagnanti, personale medico ecc.), bisogna sapere che il BLS avrà due procedimenti leggermente diversi a seconda che si tratti di malore o specificamente di trauma (come il trauma anche l'annegamento); perciò va detto che quando non si ha la possibilità di valutare con certezza la causa dell'evento (per es. non si era presenti e non ci sono né testimoni né segni evidenti di cosa possa essere avvenuto), bisogna agire considerando l'infortunato vittima di "trauma sospetto", operando quindi appunto come se il trauma fosse realmente avvenuto.

Valutazione dello stato di coscienza
La valutazione dello stato di coscienza del soggetto è la capacità dello stesso di rispondere agli stimoli esterni. La comunicazione con la persona deve avvenire sfruttando tutti i cinque sensi.
La persona deve essere scossa leggermente per le spalle e chiamata ad alta voce; le va presa anche la mano e va fatta richiesta di stringere quella del soccorritore. Se non reagisce a nessuno di questi stimoli allora la persona è definita incosciente. In questo caso va fatta immediata richiesta a chi ci sta vicino di chiamare il Numero telefonico per le emergenze mediche (118 in Italia, 144 in Svizzera, 112 nella maggior parte dei paesi dell'Unione Europea). Nel caso in cui il paziente sia cosciente può essere comunque allertata la centrale per l'invio di personale qualificato al fine di controlli più accurati.
ABC del Basic Life Support

La seconda fase del BLS consiste in una procedura che viene denominata ABC, dalle iniziali delle parole inglesi Airway, Breathing, Circulation.
A: Airways
Il corpo del paziente deve essere posizionato supino su un piano rigido, ad esempio su un tavolo o sul pavimento. La testa e gli arti devono essere allineati con il corpo. Per fare ciò, spesso è necessario spostare l'infortunato e fargli compiere vari movimenti muscolari (si prenda per esempio il caso di un uomo riverso a pancia in giù); questi spostamenti dovranno avvenire con cautela e, nel caso di trauma o trauma sospetto, bisognerà porre molta attenzione nella rotazione del collo e/o della colonna vertebrale, che avendo magari subito danni è esposta a ulteriori rischi altissimi. In questi casi perciò sarà opportuno spostare l'infortunato in più persone e in maniera uniforme e coordinata, provocando il minor spostamento possibile. Il torace deve essere scoperto ed eventuali cravatte o indumenti che stringono devono essere allentati poiché possono ostruire le vie respiratorie. Spesso gli indumenti vengono recisi con un paio di forbici per non perdere tempo.
Il pericolo che corre una persona incosciente è l'ostruzione delle vie aeree: anche la stessa lingua può cadere all'indietro e impedire la respirazione, a causa della perdita di tonicità della muscolatura. Prima di verificare la pervietà delle vie aeree e quindi l'assenza di oggetti che possano ostruire il passaggio dell'aria si effettua l'iperestensione della testa, proprio per evitare un auto-soffocamento con la lingua. Per effettuare la manovra dell'iperestensione, va posta una mano sulla fronte, portata indietro la testa e porre due dita sotto il mento sollevandolo. La manovra di iperestensione contiene il prefisso "iper-" proprio perché va oltre la normale estensione che il collo naturalmente compie, perciò l'azione, pur non essendo violenta (il collo è molto delicato) dovrà essere efficace. Sempre per questa ragione, nel caso vi sia un trauma cervicale, anche solo sospetto, l'iperestensione non deve essere mai completa: in tal caso sarà solo parziale e, pur sacrificando un po' di efficacia del BLS, preverrà sicuramente danni permanenti al rachide cervicale, causa prima di paralisi parziali o totali del corpo. Il cavo orale deve quindi essere ispezionato tramite la "manovra a borsellino" che si effettua ruotando assieme l'indice e il pollice. Se sono presenti oggetti che ostruiscono le vie respiratorie vanno rimossi con le mani oppure con pinze facendo attenzione a non spingere il corpo estraneo ancora più in profondità. Se è presente acqua o altro liquido (per esempio dopo un annegamento) bisognerà inclinare lateralmente la testa dell'infortunato (tutto il corpo in più persone se c'è un sospetto trauma del rachide cervicale, per non muovere il collo) per permettere al liquido di fuoriuscire.

B: Breathing

Dopo la fase di Airway è necessario controllare se l'infortunato respira. La posizione ideale per farlo è accostare la guancia alla sua bocca (a circa 3-5 cm), osservando nel frattempo il torace, e poggiandovi eventualmente una mano. Questa manovra è detta "GAS" che sta per Guardo, Ascolto,Sento:
1. Guardare il movimento del torace
2. Ascoltare il respiro
3. Sentire il flusso d'aria sulla guancia
Questa osservazione deve essere mantenuta per 10 secondi, contando ad alta voce, mantenendo la testa del paziente iperestesa. Contare ad alta voce serve a chi interviene nel frattempo, e conosce i fondamenti della BLS, a capire senza interrompervi che può essere necessario il suo aiuto. È necessario fare attenzione a non confondere ansimi e gorgoglii emessi in caso di arresto respiratorio con la respirazione normale.
C: Circulation
Mentre si effettua la manovra GAS si deve valutare se sono presenti movimenti della persona, colpi di tosse, respiro, che sono segnali della presenza di attività circolatoria. La manovra è definita MOTORE (MOvimenti, TOsse, REspiro).Oltre a queste due operazioni, è sempre consigliabile la ricerca del polso, preferibilmente carotideo (premere con i polpastrelli di indice e medio sulla carotide, posta lateralmente alla gola), giacché permette la percezione di battito cardiaco anche ad una pressione arteriosa sistolica (massima) di 20-30 mmHg, mentre il polso radiale e femorale non permettono di reperire battito con pressione arteriosa sistolica inferiore rispettivamente a 90 mmHg e 60 mmHg. Comunque, poiché non è facile cercare il polso carotideo soprattutto se non si è esperti, la presenza di MOTORE, anche quando il polso carotideo non ci segnali attività cardiaca, è una prova certa che il cuore sta battendo.
La ricerca di segni di circolo (MOTORE) non deve in nessun modo ritardare le operazioni di soccorso, per cui in caso di dubbio, si assume che l'attività cardiaca sia assente.
In assenza di MOTORE è indispensabile iniziare la rianimazione cardio-polmonare. Se si è da soli a soccorrere si chiama in questo momento il 118. Se i soccorsi sono stati già chiamati, è importante informare che c'è una persona in arresto cardiaco.
Rianimazione cardio-polmonare
La procedura della rianimazione cardio-polmonare consiste in queste fasi:

Il paziente deve trovarsi su una superficie rigida (una superficie morbida o cedevole rende completamente inutili le compressioni).
Inginocchiati a fianco del torace.
Rimuovi, aprendo o tagliando se necessario, gli abiti dell'infortunato. La manovra richiede il contatto con il torace, per essere sicuri della corretta posizione delle mani.
Colloca le mani direttamente sopra lo sterno, una sopra all'altra, al centro del petto. Per evitare di rompere le costole, solo il palmo delle mani dovrebbe toccare il torace. Più in particolare, il punto di contatto dovrebbe essere l'eminenza palmare, ovvero la parte più inferiore e vicina al polso del palmo, che si presenta più dura e posta in asse con l'arto. Per facilitare questo contatto può essere utile intrecciare le dita e sollevarle leggermente.
Sposta il peso verso avanti, rimanendo sulle ginocchia, fino a che le tue spalle non sono direttamente sopra le tue mani.
Tenendo le braccia dritte, senza piegare i gomiti, muoviti su e giù con determinazione. La pressione sul torace deve provocare un movimento di circa 4-5cm per ciascuna compressione. È importante rilasciare completamente dopo ogni compressione. è assolutamente importante che durante tutto il periodo di compressione il palmo delle mani non si stacchi dal torace, generando un dannoso effetto di rimbalzo.
Il ritmo di compressione corretto è di circa 100 compressioni al minuto, per aiutarti a raggiungere la velocità corretta, conta a voce alta man mano che fai le compressioni.

Dopo ogni 30 compressioni, è necessario praticare 2 insufflazioni con la respirazione artificiale. La testa viene ruotata all'indietro, il soccorritore chiude il naso con una mano mentre estende la mandibola con l'altra per mantenere la bocca aperta. È fondamentale che durante le insufflazioni il capo rimanga iperesteso, giacché una scorretta posizione delle vie aeree espone la vittima al rischio che entri aria nello stomaco, provocando così facilmente rigurgito.Quest'ultimo è provocato anche dalla potenza con cui si soffia ovvero se si soffia troppo forte si manda aria nello stomaco. La respirazione bocca a bocca comporta l'insufflazione forzata di aria nel sistema respiratorio dell'infortunato, con l'ausilio di una mascherina o di un boccaio. In caso di mancanza, un fazzoletto di cotone può essere impiegato per proteggere il soccorritore dal contatto diretto con la bocca dell'infortunato.Le nuove linee guida del 2005 mettono in guardia il soccorritore dai rischi dell'iperventilazione:aumento eccessivo della pressione intratoracica, rischio di insufflazione di aria nello stomaco, eccessivo ritorno venoso al cuore;per questa ragione le insufflazioni non devono essere eccessivamente energiche, ma emettere una quantità d'aria non superiore a 500-600 cc(mezzo litro,in un tempo non superiore al secondo).In ultimo va ricordato che l'aria inspirata dal soccorritore prima di insufflare deve essere il più possibile "pura", e cioè contenere la più alta percentuale possibile di ossigeno: per questo tra un'insufflazione e l'altra il soccorritore dovrà alzare la testa per inspirare a una distanza sufficiente perché non inspiri l'aria emessa dalla vittima,che presenta una densità di ossigeno minore.
Ritorna dalla parte del torace e riposizione le mani nella posizione corretta.
Ripeti il ciclo di 30:2 finché il paziente riprende le sue funzioni normali.
Ogni due minuti va valutata la presenza di MOTORE; se ancora assenti va ripresa la rianimazione cardio-polmonare. Se invece presenti (la vittima muove un braccio, tossisce, muove gli occhi, parla ecc.), bisogna procedere alla valutazione del respiro (punto B.=Guardo Ascolto Sento per 10 sec.):se quindi la respirazione è presente, si potrà disporre la vittima in PLS (Posizione Laterale di Sicurezza), altrimenti si dovranno eseguire soltanto ventilazioni (10 al minuto), ricontrollando ogni 2 minuti GAS+MOTORE fino alla ripresa completa della respirazione.
La rianimazione deve sempre cominciare con le compressioni salvo nel caso in cui si tratti di trauma, annegamento o la vittima sia un bambino: in questi casi si comincerà con 5 insufflazioni, per poi proseguire normalmente con l'alternanza compressioni-insufflazioni. Questo avviene perché in caso di annegamento o trauma si presume che l'ossigeno presente nei polmoni dell'infortunato non sia in quantità sufficiente a garantire l'efficienza della circolazione sanguigna; a maggior ragione, a titolo precauzionale, si inizierà con le insufflazioni in caso la vittima sia un bambino, in virtù del fatto che è presumibile che un bambino, godendo di buone condizioni di salute, si trovi in stato di arresto cardiaco per cause dovute con maggiore probabilità a trauma o annegamento.
Un soccorritore può smettere il massaggio cardiaco quando:
un medico (del 118 e quindi con competenze in rianimazione) constata l'avvenuto decesso
arriva soccorso qualificato con ad esempio una più efficace attrezzatura
è sfinito e non ha più forze (anche se in questo caso in genere si chiedono i cambi, che dovranno avvenire a metà delle 30 compressioni, in maniera tale da non interrompere il ciclo compressioni-insufflazioni).
il soggetto riprende le funzioni vitali
accade qualcosa per il quale il luogo non diventa piu' sicuro.In caso di grave pericolo il soccorritore ha il dovere di mettersi in salvo.
La posizione laterale di sicurezza (PLS)
.
Se la respirazione torna ad essere presente, ma il paziente è ancora in stato di incoscienza e non si suppone un trauma, esso va posizionato in posizione laterale di sicurezza. Per far ciò bisogna flettere un ginocchio e portare il piede della medesima gamba sotto il ginocchio della gamba opposta. Bisogna far scivolare il braccio opposto alla gamba flessa sul terreno finché non sia perpendicolare al tronco. L'altro braccio va posto sul torace, in modo che la mano passi sul lato del collo. Successivamente il soccorritore deve porsi sul fianco che non presenta il braccio esteso esternamente, infilare il proprio braccio fra l'arco formato dalle gambe del paziente e con l'altro afferrare la testa. Facendo leva sulle ginocchia, bisogna far rotolare delicatamente il paziente sul fianco del braccio esterno, accompagnando il movimento della testa. La testa va poi iperestesa e mantenuta in tale posizione sistemando sotto la guancia la mano del braccio che non tocca terra. Questa posizione ha lo scopo di mantenere le vie aeree pervie ed evitare che improvvisi getti di vomito occludano la cavità respiratoria ed entrino nei polmoni, danneggiandone l'integrità. Con la posizione laterale di sicurezza ogni liquido emesso viene espulso fuori dal corpo.

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DIFFONDETE IL B.L.S.(basic life support) perché è importante la tempestività dell'intervento: dall'inizio dell'arresto cardio-circolatorio, mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto; già dopo 9-10 min., in assenza di RCP (acronimo di Rianimazione Cardio-Polmonare), è molto difficile se non impossibile sperare il recupero del danno anossico cerebrale definitivo (ma i primi gravi danni al cervello si riscontrano dopo già 4 minuti di mancanza di ossigeno)... UN INTERVENTO TEMPESTIVO PUO' SALVARE UNA VITA.

Notizie:Il basic life support noto anche con l'acronimo BLS, è una tecnica di primo soccorso che può - in alcune circostanze - essere determinante per salvare la vita di un infortunato. Per paziente infortunato si intendono molte condizioni, da una persona priva di sensi (persona svenuta); o una persona con un blocco meccanico delle vie aeree (oggetti nella gola dei bambini, acqua nei soggetti che affogano); alla persona sottoposta a folgorazione elettrica oppure a politrauma della strada con fratture (spesso alle coste); ed infine al paziente in totale arresto cardiaco con temporaneo stato di coma.
La tecnica nota come BLS, che comprende la rianimazione cardiopolmonare (RCP) è compresa nella sequenza di supporto di base alle funzioni vitali.
La definizione BLS/D si riferisce al protocollo BLS con l'aggiunta della procedura didefibrillazione (e che è lo standard progressivo nei corsi di formazione per soccorritori laici).
Funzione
Lo scopo di tale manovra è quello di mantenere ossigenato il cervello e il muscolo cardiaco, insufflando artificialmente aria nei polmoni e provocando, per mezzo di spinte compressive sul torace, un minimo di circolazione del sangue.
Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso in questi casi è il danno anossico cerebrale; si tenga a tal proposito presente che l'ossigeno (necessario appunto al cervello) è presente nell'aria-ambiente in percentuali medie del 21%, mentre quello presente nell'aria espirata dai polmoni è circa del 16% (vale a dire che, respirando, consumiamo soltanto circa un quarto dell'ossigeno presente nell'aria, e ciò significa che - molto teoricamente - la stessa aria può essere respirata al massimo 4 volte); questa constatazione ci fa capire come l'intervento con la respirazione artificiale semplice (con la bocca) piuttosto che con la respirazione artificiale evoluta (pallone autoespandibile, bombola di ossigeno, soccorso avanzato) possa realmente fare la differenza, giacché praticando la classica respirazione bocca a bocca, il soccorritore insufflerà nei polmoni della vittima un'aria il cui ossigeno è già stato parzialmente utilizzato (poiché il soccorritore ha inspirato ed espirato quell'aria), e perciò sarà un'aria meno efficace.
Altrettanto importante è la tempestività dell'intervento: dall'inizio dell'arresto cardio-circolatorio, mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto; già dopo 9-10 min., in assenza di RCP (acronimo di Rianimazione Cardio-Polmonare), è molto difficile se non impossibile sperare il recupero del danno anossico cerebrale definitivo (ma i primi gravi danni al cervello si riscontrano dopo già 4 minuti di mancanza di ossigeno).

CROCE SAN MARTINO

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