venerdì 6 agosto 2010

Facebook | NUOVO PROTOCOLLO BLS (grazie a urgenza emergenza medica x il link aggiornato)

| NUOVO PROTOCOLLO BLS (grazie a urgenza emergenza medica x il link aggiornato)

DIFFONDETE IL B.L.S.(basic life support) perché è importante la tempestività dell'intervento: dall'inizio dell'arresto cardio-circolatorio, mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto; già dopo 9-10 min., in assenza di RCP (acronimo di Rianimazione Cardio-Polmonare), è molto difficile se non impossibile sperare il recupero del danno anossico cerebrale definitivo (ma i primi gravi danni al cervello si riscontrano dopo già 4 minuti di mancanza di ossigeno)... UN INTERVENTO TEMPESTIVO PUO' SALVARE UNA VITA.

Notizie:Il basic life support noto anche con l'acronimo BLS, è una tecnica di primo soccorso che può - in alcune circostanze - essere determinante per salvare la vita di un infortunato. Per paziente infortunato si intendono molte condizioni, da una persona priva di sensi (persona svenuta); o una persona con un blocco meccanico delle vie aeree (oggetti nella gola dei bambini, acqua nei soggetti che affogano); alla persona sottoposta a folgorazione elettrica oppure a politrauma della strada con fratture (spesso alle coste); ed infine al paziente in totale arresto cardiaco con temporaneo stato di coma.
La tecnica nota come BLS, che comprende la rianimazione cardiopolmonare (RCP) è compresa nella sequenza di supporto di base alle funzioni vitali.
La definizione BLS/D si riferisce al protocollo BLS con l'aggiunta della procedura didefibrillazione (e che è lo standard progressivo nei corsi di formazione per soccorritori laici).
Funzione
Lo scopo di tale manovra è quello di mantenere ossigenato il cervello e il muscolo cardiaco, insufflando artificialmente aria nei polmoni e provocando, per mezzo di spinte compressive sul torace, un minimo di circolazione del sangue.
Il rischio principale collegato alla mancanza di soccorso in questi casi è il danno anossico cerebrale; si tenga a tal proposito presente che l'ossigeno (necessario appunto al cervello) è presente nell'aria-ambiente in percentuali medie del 21%, mentre quello presente nell'aria espirata dai polmoni è circa del 16% (vale a dire che, respirando, consumiamo soltanto circa un quarto dell'ossigeno presente nell'aria, e ciò significa che - molto teoricamente - la stessa aria può essere respirata al massimo 4 volte); questa constatazione ci fa capire come l'intervento con la respirazione artificiale semplice (con la bocca) piuttosto che con la respirazione artificiale evoluta (pallone autoespandibile, bombola di ossigeno, soccorso avanzato) possa realmente fare la differenza, giacché praticando la classica respirazione bocca a bocca, il soccorritore insufflerà nei polmoni della vittima un'aria il cui ossigeno è già stato parzialmente utilizzato (poiché il soccorritore ha inspirato ed espirato quell'aria), e perciò sarà un'aria meno efficace.
Altrettanto importante è la tempestività dell'intervento: dall'inizio dell'arresto cardio-circolatorio, mediamente le probabilità di sopravvivenza diminuiscono del 7-10% ogni minuto; già dopo 9-10 min., in assenza di RCP (acronimo di Rianimazione Cardio-Polmonare), è molto difficile se non impossibile sperare il recupero del danno anossico cerebrale definitivo (ma i primi gravi danni al cervello si riscontrano dopo già 4 minuti di mancanza di ossigeno).

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